Un semplice dolore.
Qualcosa che ti schiaccia il petto.
L’eterno problema del non esserci, riassunto in: “Mentre buttavano giù il muro di Berlino, io
dove ero?”Dove volevo essere o meglio da dove non avevo voglia di spostarmi.
Quel muro non c’è più ma quelli nei propri orizzonti, ed a difesa delle proprie paure, crescono dentro ed intorno.
Non so perché scrivo, forse spero di poter condividere qualcosa con qualcuno, forse continuo a
sperare, ancora una volta.
La mia condizione mi impedisce in momenti di attenzione di sentirmi davvero meglio.
Sono così tanto diverso da un tempo e così tanto uguale a me stesso da sentirmi come una palla che da ferma parte, rotola, va e vede cose da tante angolazioni diverse, poi comincia a rimbalzare e vede anche da tante altezze diverse.
Una palla se non la muove qualcuno rimane ferma ma ciò che non ti abitui mai a credere è che sarà
sempre una palla.
Puoi fare ciò che vuoi ma rimani ciò che sei.
Il momento di attenzione è passato e guardo nuovamente alla vita con speranza , ricordo il mio passaggio da “cristal ball”, attraverso tutti gli stadi fino a mongolfiera e oltre fino alla luna.
Quanto lontano si può andare con la fantasia scendendo solo poche righe?
Almeno quanto immobili si può rimanere nell’indifferenza della vita.
Amerigo